bronchite

La bronchite è uno stato di infiammazione dei bronchi, strutture cilindriche appartenenti alle vie aeree inferiori che si formano a partire dalla trachea e permettono il passaggio dell’aria nei polmoni, dove viene veicolata, tramite i bronchioli, agli alveoli polmonari, a livello dei quali avviene lo scambio di gas con il sangue. L’infiammazione della parete bronchiale porta all’ispessimento della mucosa, con conseguente produzione eccessiva di muco.

Come molti altri tipi di infiammazione, la bronchite può essere di tipo acuto o cronico: si parla di bronchite acuta nel caso in cui l’infiammazione si risolve nel giro di 10 giorni (anche se alcuni sintomi, come la tosse, possono protrarsi nelle settimane successive); in caso di bronchite cronica, invece, la sintomatologia è presente per almeno tre mesi – anche non consecutivi – negli ultimi due anni.
Anche se i sintomi possono essere in alcuni casi simili, i due tipi di bronchiti non differiscono solo per la durata, bensì presentano, tra loro, cause di solito diverse, e possono perciò necessitare di approcci terapeutici diversificati.

Secondo alcune stime recenti, ogni anno circa il 5% della popolazione adulta è colpito dalla forma acuta di bronchite, che può compromettere il benessere dell’apparato respiratorio. Nella stragrande maggioranza dei casi (più del 90%), la causa principale dell’infiammazione acuta dei bronchi è un’infezione di tipo virale: tra i virus che più comunemente causano la risposta infiammatoria tipica della bronchite ricordiamo il virus respiratorio sinciziale, il rhinovirus (ovvero il virus del comune raffreddore), i virus dell’influenza A e B e quelli parainfluenzali.
A causare la bronchite possono essere anche alcune infezioni batteriche (soprattutto da streptococco e stafilococco), allergeni (come i pollini) e vapori nocivi che sono stati accidentalmente inalati.

Inoltre, anche l’esposizione ad alcune sostanze chimiche tossiche e alle sostanze irritanti prodotte dal fumo di sigaretta (sia esso fumo attivo o dovuto a all’inalazione passiva) dallo smog e dagli inquinanti industriali possono causare bronchite cronica. Anche se le infezioni respiratorie (dovute a virus o batteri) caratterizzano, di solito, la bronchite acuta, l’esposizione ripetuta agli stessi agenti patogeni può causare anche una forma cronica.
I soggetti che soffrono di asma e fibrosi cistica hanno una maggiore predisposizione a sviluppare questo disturbo (nel primo caso si parlerà di bronchite asmatica), così come chi soffre di patologie che debilitano le difese immunitarie, ed è esposto ripetutamente a inquinanti ambientali come polvere o sostanze chimiche trasportate dall’aria (per esempio ammoniaca e anidride solforosa). Infine, il reflusso gastroesofageo cronico è una causa ben documentata, anche se meno frequente, di bronchite cronica.

Il sintomo principale che caratterizza la bronchite acuta è la tosse: è solitamente il primo a comparire ed è quello che si protrae per più tempo, anche dopo la guarigione (cioè dopo che l’infezione si è risolta). Di solito la tosse è accompagnata dalla produzione di catarro, inizialmente bianco e poi giallo e/o verde. Altri sintomi comunemente riscontrati sono la difficoltà a respirare, naso tappato o che cola a seguito dell’ostruzione provocata dall’accumulo di muco, mal di gola, starnuti, sensazione di oppressione e/o dolore al torace. Nei casi in cui la bronchite è di origine virale o batterica si possono manifestare anche febbre, brividi e dolori muscolari; se però la febbre si presenta in una forma particolarmente aggressiva (temperatura >39°C per più di due giorni) è bene rivolgersi a un medico, che è in grado di valutare se si tratti effettivamente di bronchite o della molto più pericolosa polmonite.

La diagnosi della bronchite acuta eseguita dal medico (di medicina generale o specialista) è basata fondamentalmente sull’anamnesi, sull’esame obiettivo dei sintomi e sulla valutazione della salute polmonare. L’esame della saturazione (che dà indicazioni sul livello di ossigenazione del sangue) gioca un ruolo importante nella valutazione della gravità della malattia insieme alla frequenza cardiaca, alla temperatura corporea e alla frequenza respiratoria.

Sintomo principale della bronchite cronica è la tosse persistente, accompagnata a sforzo o affanno nel respirare (che può essere continuo o manifestarsi in concomitanza ad attività fisiche anche blande, come camminare o salire le scale) dovuto a una costrizione dei bronchi e alla presenza cronica di ipersecrezioni bronchiali.
Il muco prodotto è di solito molto denso, difficile da eliminare, e in alcune forme di bronchite cronica, dette appunto mucopurulente, è caratterizzato dalla presenza di pus.
È molto importante riconoscere e trattare adeguatamente la bronchite cronica, al fine di migliorare la qualità di vita del paziente ed evitare eventi acuti (riacutizzazioni e/o polmoniti) che porterebbero ad un rapido decadimento dei parametri respiratori, e lo metterebbero a rischio della vita.

Per la diagnosi di bronchite cronica è importante l’analisi della storia clinica del paziente per escludere altre possibili malattie delle vie respiratorie inferiori e alcuni test specifici per la valutazione della funzionalità respiratoria.

La bronchite acuta di solito si risolve in modo autonomo e il trattamento ha lo scopo di alleviare i sintomi: per curare la tosse, in particolare, si può ricorrere sia a una terapia non farmacologica (a base per esempio di tè caldo, miele, zenzero e pastiglie per la gola) sia a medicinali come gli antitussivi e gli agenti mucolitici, che possono essere assunti sotto forma di sciroppo.

È importante fare riferimento al proprio medico qualora i sintomi non si risolvano in pochi giorni, in presenza di febbre elevata o qualora la situazione clinica peggiori.

È invece da evitare il più possibile (tranne nei casi in cui sia accertato che all’origine della bronchite c’è un’infezione causata da batteri) il ricorso ad antibiotici, considerando innanzitutto la sostanziale inefficacia degli stessi nel ridurre la sintomatologia, ma anche il costo della terapia antibiotica, i possibili effetti collaterali ad essa collegati e, non meno importante, la problematica sempre più rilevante dell’antibiotico-resistenza. La valutazione dell’opportunità di assumere antibiotici deve essere valutata dal medico.

Anche per quanto riguarda la bronchite cronica, il trattamento dovrebbe avere lo scopo di ridurre la sovrapproduzione di muco, facilitare la sua eliminazione e alleviare il broncospasmo, qualora presente.
La prima strategia, in termini di riduzione dei sintomi e di declino della funzione respiratoria, è senza dubbio la cessazione del fumo. Smettere di fumare si è dimostrato l’unico intervento in grado di limitare la perdita di funzionalità dell’apparato respiratorio. Stesso discorso vale per le sostanze inquinanti o nocive con cui si può entrare a contatto durante la propria attività lavorativa: è importante indossare sempre, in questi casi, una mascherina che filtri l’aria inspirata.
Le terapie farmacologiche utili nel contrastare i sintomi della bronchite cronica hanno l’obiettivo di limitare l’impatto dei sintomi sulla vita quotidiana del paziente, e devono essere definite dal medico di medicina generale o dallo specialista.

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