Bronchiolite nel bambino

Come suggerisce il nome stesso, la bronchiolite è un’infiammazione acuta dei bronchioli che può manifestarsi in concomitanza con la bronchite (infiammazione dei bronchi) o in maniera indipendente.
L’aria inspirata attraverso naso e bocca passa nella laringe e giunge nella trachea, un condotto cilindrico che si ramifica per formare i bronchi destro e sinistro. All’interno dei polmoni, a partire dai bronchi si formano altre piccole diramazioni, i bronchioli, che terminano a loro volta con gli alveoli polmonari, a livello dei quali avviene lo scambio di gas con il sangue.

La mucosa della parete dei bronchioli secerne muco, fondamentale per intrappolare batteri, polvere e altri potenziali agenti patogeni introdotti dall’esterno durante la fase di inspirazione.
Quando i bronchioli si infiammano si osserva la produzione eccessiva di muco e il rigonfiamento (edema) della mucosa. Il tutto porta a una diminuzione del diametro del bronchiolo, che quindi diventa meno efficiente e non riesce a far transitare efficacemente l’aria, causando così degli scompensi respiratori.

Il processo infiammatorio dei bronchioli è particolarmente evidente nel neonato e nei bambini di età inferiore ai due anni, in cui queste strutture presentano un diametro modesto anche in condizioni fisiologiche, cioè normali: è quindi in questa fascia d’età che la sintomatologia tipica della bronchiolite si manifesta maggiormente. Non a caso la bronchiolite è una delle maggiori cause di ospedalizzazioni legate a problematiche respiratorie in bambini al di sotto dell’anno di vita.

Nella maggioranza dei casi, l’agente responsabile dell’infiammazione dei bronchioli è di tipo virale. L’agente virale che più frequentemente è alla base della patologia è il virus respiratorio sinciziale. Altri virus che possono causare la bronchiolite sono il rhinovirus (che solitamente causa il comune raffreddore), i virus influenzali, parainfluenzali e gli adenovirus e, più raramente, retrovirus e virus del morbillo. Per questo la maggior parte dei casi di bronchiolite si registra nel periodo autunnale-invernale, in cui il contagio virale è particolarmente facilitato da un abbassamento sia delle temperature, sia dell’efficienza del sistema immunitario.

I mesi compresi tra novembre e aprile sono quelli in cui si registrano di solito i picchi di diffusione della bronchiolite, così come di molte altre malattie infettive. La patologia presenta un periodo di incubazione di circa 4-6 giorni, durante i quali l’individuo risulta asintomatico e può quindi infettare altre persone (spesso infatti si registrano dei mini-focolai negli asili nido/materne, in cui i bambini sono a stretto contatto).

La trasmissione può avvenire tramite contatto diretto con le secrezioni di una persona infetta, ma anche per via aerea (cioè attraverso le goccioline di saliva che vengono disperse nell’aria quando una persona respira, parla, starnutisce o tossisce). Per questo vivere e lavorare in ambienti sovraffollati aumenta le probabilità di contagio e diffusione della patologia.

Esistono poi alcuni fattori che aumentano il rischio di contrarre un’infezione alle basse vie respiratorie, in particolare la concomitanza di altri disturbi, che rendono di per sé difficile la respirazione (patologie cardiache, della circolazione o polmonari, asma e/o allergie). Anche l’immunodepressione, ossia la scarsa o nulla efficacia del sistema immunitario, è un fattore di rischio importante per lo sviluppo di patologie di origine virale come la bronchiolite. Infine, esistono alcuni fattori di rischio particolarmente importanti nel caso di neonati e bambini piccoli:

  • l’essere nati prematuri
  • non essere stati allattati al seno
  • essere esposti al fumo passivo.

Il quadro clinico iniziale della bronchiolite è simile a quello di un banale raffreddore o di un’influenza: tosse, febbricola, costipazione di naso e orecchie. Dopo qualche giorno, tuttavia, questi sintomi si aggravano e compromettono lo stato di benessere di chi ne soffre: la febbre si alza, la tosse diventa più profonda e continua, ed è associata a difficoltà respiratorie (dispnea) e respiro affannoso. Conseguentemente, la frequenza respiratoria aumenta, e non di rado si registra respiro sibilante/ rantolante, accompagnato da episodi di apnea e sensazione di affaticamento al torace. La respirazione difficoltosa (che nei casi più gravi, o di bronchiolite non adeguatamente trattata, diventa quasi impossibile) è poi seguita da tachicardia, pallore, difficoltà di deglutizione.
Per eseguire una corretta diagnosi di bronchiolite solitamente ci si affida a un medico specialista (nel caso dei bambini il pediatra). Durante la visita specialistica si analizza innanzitutto l’andamento dei sintomi, si esegue un esame obiettivo e si procede a un’accurata anamnesi.

A seguito della visita il medico potrà stabilire l’intervento più appropriato per il singolo paziente, infatti non esiste una cura univoca per la bronchiolite, e le varie strategie di intervento vengono calibrate sulla base del decorso della malattia; fortunatamente, infatti, la sintomatologia della bronchiolite spesso regredisce progressivamente nell’arco di 2-3 giorni, al termine dei quali si ripristina lo stato di salute dei bronchioli, e del paziente. L’ospedalizzazione non è sempre necessaria, e il medico può ritenere opportuno gestire la patologia a domicilio
Il medico potrebbe ritenere opportuna la prescrizione di alcuni farmaci
Se nel giro di qualche giorno non si osserva alcun miglioramento, e anzi i sintomi tendono a peggiorare, potrebbe essere necessario, soprattutto se si tratta di un paziente pediatrico, il ricovero in ospedale, dove sarà possibile eseguire trattamenti più aggressivi e procedere alla re-idratazione e al supporto nutritivo utile per sopperire allo stato di debilitazione che può manifestarsi a seguito dell’inappetenza causata dalla protratta difficoltà respiratoria.
Esistono infine delle indicazioni utili per gli adulti nella prevenzione della bronchiolite, o per evitare una sua cronicizzazione:

  • lavarsi le mani prima di entrare in contatto con neonati e bambini piccoli, e prima di mettersi a tavola
  • evitare di toccarsi occhi, naso e bocca mentre si è a contatto con i più piccoli, o mentre si è in luoghi affollati
  • disinfettare le superfici potenzialmente contaminate
  • smettere di fumare
  • non esporre il bambino al fumo passivo.

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