Raffreddore

Con il termine raffreddore si indica comunemente la rinosinusite virale, cioè un’infiammazione delle vie aeree superiori, in particolare del naso e della gola, che può essere causata da diversi tipi di virus.
L’infiammazione si sviluppa principalmente nelle mucose del naso, dei seni paranasali e della faringe.
È una delle malattie più comuni nel mondo ed è molto contagiosa: negli adulti può presentarsi in media tra 2 e 4 volte all’anno, mentre i bambini, soprattutto i più piccoli, possono essere infettati anche 7-8 volte in un anno.
Nella maggior parte dei casi l’infiammazione delle mucose non ha conseguenze gravi, nemmeno nei neonati. Anzi, nei neonati e nei bambini piccoli il contatto con il virus del raffreddore stimola la produzione degli anticorpi, “addestrando” il sistema immunitario a rispondere in modo efficace alle successive infezioni.

Il raffreddore ha sempre un’origine virale, ma i virus che lo provocano possono essere di moltissimi tipi diversi e la loro diffusione può essere più frequente nei mesi invernali o in autunno e primavera. I più comuni sono i rinovirus (se ne conoscono oltre 100 tipi), che sono responsabili di circa la metà di tutte le forme di raffreddore: oltre che essere molto diffusi, infatti, questi virus provocano una forma estremamente contagiosa della malattia.
Anche gli adenovirus, gli enterovirus, i virus influenzali e parainfluenzali e alcuni virus respiratori possono causare i sintomi tipici del raffreddore.

Il contagio può avvenire per via diretta o indiretta: nella trasmissione dell’infezione per via diretta il virus viene trasferito da una persona infetta all’altra attraverso gli starnuti, i colpi di tosse e le gocce di saliva. Il virus può passare da una persona all’altra anche attraverso i baci, gli abbracci e il contatto diretto delle mani, per esempio se alla persona malata è capitato di tossire o di starnutire coprendosi la bocca con le mani, dimenticando poi di lavarle adeguatamente.

Il contagio, però, può avvenire anche per via indiretta, attraverso il contatto con oggetti contaminati, per esempio un asciugamano, gli utensili di uso comune, il cellulare e, nel caso dei bambini, i giocattoli. Dagli oggetti il virus si trasferisce sulle mani, che poi possono essere involontariamente portate al naso o alla bocca.
In alcuni casi, l’infiammazione virale che provoca il raffreddore può favorire un’infezione batterica delle vie respiratorie, e questo allunga di qualche giorno i tempi di guarigione.
Il raffreddore è contagioso soprattutto nei giorni immediatamente successivi alla comparsa dei primi sintomi, e la probabilità di ammalarsi dipende anche dal periodo di tempo in cui si rimane a contatto con il virus che lo provoca; alla fine dell’infezione, invece, è molto meno probabile trasmetterlo ad altre persone.

Anche se il nome lo suggerisce, il raffreddore non è causato direttamente da un raffreddamento dell’organismo dovuto alle correnti d’aria, alla pioggia o in generale al clima freddo: la causa è sempre virale.
È vero, però, che questa malattia è più diffusa durante i periodi dell’anno in cui la temperatura è più bassa; il raffreddore rientra, infatti, tra quelli che comunemente vengono chiamati malanni di stagione, ed è associato tipicamente alla stagione fredda perché in questo periodo si sta più spesso e per tempi più lunghi in luoghi chiusi e affollati, dove è più alta la probabilità di entrare in contatto con il virus che lo causa. Inoltre, nei mesi invernali si è meno esposti al sole, che favorisce la produzione della vitamina D, importante per il funzionamento del sistema immunitario che ci protegge dall’aggressione di agenti esterni potenzialmente nocivi per la salute.
Un ambiente con poca umidità, inoltre, favorisce la trasmissione del virus perché le gocce di saliva rimangono sospese nell’aria più a lungo.

Anche situazioni particolari di stress possono indebolire le difese immunitarie, facilitando il compito ai virus e ai batteri, non solo quelli che colpiscono le vie respiratorie.
Inoltre, il raffreddore può scatenare crisi o peggiorare i sintomi delle persone che soffrono di asma o di bronchite cronica.
I bambini piccoli, in particolare, corrono un rischio maggiore di ammalarsi di raffreddore rispetto agli adulti e guariscono più lentamente. Il virus, infatti, nei più piccoli può provocare gonfiore delle adenoidi, che ostacola l’eliminazione delle secrezioni nasali nel sistema digestivo: il muco nasale si accumula e favorisce sia la moltiplicazione del virus sia le possibili infezioni batteriche.

Una volta che l’infezione è avvenuta, i sintomi si manifestano entro 2 o 3 giorni. Infiammando le mucose nasali, infatti, il virus provoca congestione (che viene comunemente indicata come naso chiuso), rinorrea (detta anche naso che cola), senso di prurito, starnuti, raucedine e mal di gola, accompagnati in molti casi da tosse lieve. Talvolta può svilupparsi il catarro e un gonfiore dovuto all’infiammazione dei linfonodi del collo, ma si può avvertire anche una fastidiosa sensazione di secchezza del naso.
Questi sintomi sono accompagnati di solito da stanchezza, sonnolenza e da una sensazione di malessere generale.

Diversamente da quello che accade in caso di influenza, generalmente non compaiono febbre e dolori muscolari, ma ci può essere un lieve aumento della temperatura che accompagna i primi sintomi.
Tuttavia, se il virus provoca l’infiammazione dei seni paranasali può manifestarsi il mal di testa.
Inoltre, a causa dell’azione virale, nel naso e nei seni paranasali si può creare l’ambiente adatto per un’infezione batterica, che allunga la durata dei sintomi del raffreddore. Di solito, in questo caso, il muco nasale, inizialmente di colore chiaro e molto liquido, diventa più viscido e assume un colore giallastro. Le infezioni batteriche più spesso associate ai virus del raffreddore, in particolare ai rinovirus, possono causare otiti e sinusiti.

È importante fare attenzione alla comparsa di sintomi che possono indicare una sovra infezione batterica nei neonati e nei bambini: febbre alta, disidratazione, tosse persistente, difficoltà di respirazione, mal di pancia e vomito, dolore all’orecchio, sonnolenza anomala, pianto inconsolabile. Se si notano questi sintomi è opportuno contattare il pediatra.

La diagnosi di raffreddore viene fatta dal medico – ma spesso anche autonomamente dal paziente – sulla base dei sintomi. Il raffreddore, infatti, si distingue in molti casi da altre infezioni respiratorie, come la bronchite e la faringite, perché i sintomi interessano principalmente il naso, anche se talvolta possono essere coinvolte anche le vie respiratorie inferiori.

A differenza di quanto accade per l’influenza, per il raffreddore, che può essere causato da una grande varietà di virus, non esiste un vaccino.
La prevenzione si basa prevalentemente sulla possibilità di evitare il contagio da persone già infette e sull’igiene.
Una delle misure più efficaci per prevenire il raffreddore è lavarsi le mani con il sapone spesso e con molta cura, evitando il più possibile di toccarsi la bocca e il naso; questa precauzione va adottata con particolare attenzione anche quando si è infetti, per evitare la trasmissione del virus ad altre persone.
È importante cercare di starnutire sempre nei fazzoletti di carta, gettandoli subito dopo e lavandosi le mani.
Anche se non sempre è possibile, bisognerebbe evitare di stare a contatto, specie se per lungo tempo, con una persona malata e quindi contagiosa.
Per quanto riguarda gli oggetti, occorre fare attenzione a non condividere con altri posate, bicchieri e altri oggetti personali, lavare spesso gli utensili e gli ambienti della cucina e del bagno e i giochi dei bambini.
Infine, bisognerebbe evitare il fumo di sigaretta, che può indebolire le difese immunitarie e rendere quindi i fumatori più suscettibili alle infezioni.

Non esiste un vero e proprio trattamento del raffreddore, che possa essere considerato a tutti gli effetti una cura; se non intervengono complicazioni o infezioni batteriche, l’infiammazione si risolve spontaneamente in 5-10 giorni.
Se si ha il raffreddore, quindi, è importante prima di tutto riposare e rimanere in casa, per evitare di diffondere il contagio.
Tuttavia, i sintomi del raffreddore possono essere fastidiosi e rimedi di vario tipo possono dare sollievo e aiutare a recuperare un senso di benessere.

Tra i farmaci da banco, gli antistaminici possono essere impiegati per ridurre le secrezioni dal naso, ma possono provocare sonnolenza.
I decongestionanti nasali, sotto forma di spray nasali, sono efficaci per combattere la congestione, liberare il naso chiuso e migliorare la respirazione. Devono però essere usati per un periodo di tempo limitato a pochi giorni.
In caso di febbre o di dolori si può utilizzare un farmaco antinfiammatorio non steroideo o un antipiretico, mentre gli analgesici sono indicati per il mal di testa.
Contro la tosse possono essere utili farmaci espettoranti sotto forma di sciroppo, in quanto aiutano a fluidificare le secrezioni, che così possono essere eliminate più facilmente, mentre i sedativi di solito non sono consigliati, proprio perché i colpi di tosse sono essenziali per liberarsi del muco nasale in eccesso.

Anche se si tratta di farmaci di automedicazione, è consigliato assumere questi medicinali solo dopo aver sentito il parere del medico.
I lavaggi nasali con soluzione salina possono essere d’aiuto, in particolare le soluzioni ipertoniche sono utili quali decongestionanti la mucosa e fluidificanti il muco. Allo scopo di lenire l’infiammazione e idratare la mucosa può essere utile il trattamento con una soluzione contenente acido ialuronico.

Per dare sollievo al naso chiuso è utile bere liquidi in grande quantità, anche sotto forma di bevande calde, e fare suffumigi con acqua calda e oli essenziali dalle proprietà lenitive, emollienti e balsamiche; questi rimedi possono aiutare a fluidificare le secrezioni nasali e a eliminarle più facilmente.
Poiché l’infezione è di origine virale, gli antibiotici sono del tutto inutili per curare il raffreddore; il medico li prescriverà solo in caso di presenza contemporanea di una infezione batterica.

A molti rimedi naturali – come la propoli, l’echinacea e i preparati a base di zinco – vengono attribuite proprietà antibatteriche o proprietà antivirali, ma gli studi finora non hanno fornito prove solide della loro efficacia come cura per il raffreddore. Anche la vitamina C è stata indicata come un possibile rimedio (e anche come prevenzione) per i sintomi del raffreddore, ma al momento la sua azione benefica non è stata dimostrata. In ogni caso, è importante assicurarsi con una giusta alimentazione un apporto giornaliero ottimale di vitamine per mantenere l’organismo in salute e combattere meglio le infezioni.
Per quanto riguarda i rimedi per curare il raffreddore nei neonati e nei bambini, infine, è bene rivolgersi sempre al pediatra, che valuterà i sintomi e stabilirà la cura più adeguata; va evitata in ogni caso l’automedicazione.

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